martedì 17 aprile 2012

Spedizionieri e shipping sotto la scure dell'Antitrust

A marzo, il settore delle spedizioni e dello shipping ha ricevuto un doppio colpo sul versante dell'Autorità per la Concorrenza: il Tar del Lazio ha confermato inmassima parte la sanzione di 79 milioni di euro comminata nel giugno 2011 a 19 operatori ed a Fedespedi, mentre la stessa Antitrust ha emesso un'altra dura sentenza contro alcune compagnie ed agenti marittimi, che dovranno pagare complessivamente quattro milioni. Anche in questo caso, sono coinvolte due associazioni di categoria, Assagenti e Spediporto. Per tutti le accuse riguardano la costituzione di cartelli tariffari.

L'Autorità per la Concorrenza ha scoperto il trasporto, intervenendo con due sentenze esemplari. La prima batosta è arrivata un anno fa con una multa milionaria che ha travolto il mondo delle spedizioni e che è stata in gran parte confermata da una recentissima sentenza del Tar del Lazio. Questi i fatti. Nel giugno 2011 l'Autorità per la Concorrenza ha concluso un'indagine sul presunto cartello attuato dal 2002 al 2007 da 22 operatori e che avrebbe coinvolto la stessa associazione di categoria Fedespedi. L'accusa è di avere concordato aumenti di prezzi attraverso una serie di riunioni che sarebbero avvenute nella sede dell'associazione, che poi diffondeva le decisioni attraverso circolari agli associati.
Tale comportamento avrebbe contribuito, secondo l'Autorità, ad aumentare i prezzi delle spedizioni del 50% tra il 2002 ed il 2006. L'infrazione alle norme sulla concorrenza è così grave che la sanzione complessiva ha toccato la cifra di 76 milioni di euro, distribuiti diversamente tra le 19 imprese sanzionate. L'importo singolo delle multe varia dai 23.632.950 euro imposti alla Saima ai 24.955 euro della Francesco Parisi, mentre Fedespedi deve versare 103.207 euro.
Tutte le imprese multate (tranne Agility) hanno deciso di presentare un ricorso al Tar del Lazio, che finalmente all'inizio di marzo 2012 ha emesso la sua sentenza, confermando da un lato la decisione dell'Antitrust, ma chiedendo la riduzione delle sanzioni per otto imprese (ossia Italsempione, Albini e Pitigliani, Villanova, Geodis Wilson Italia, Saima Avandero, Gefco Italia, Italmondo ed Itx Cargo). Per gli altri, il Tar ha confermato le multe: Francesco Parisi Casa di Spedizioni (24.955 euro), Cargo Nord (152.915 euro), Fedespedi (103.207 euro), Armando Vidale Trasporti Internazionali (347.200 euro), Brigl (942.900 euro), I-Dika Spedizioni Internazionali (239.470 euro), Itk Zardini (793.840 euro), Dhl Express (198.701 euro), Sittam (3.215.742 euro) e Rhenus Logistics (3.233.190 euro). Resta solo una via d'uscita: il ricorso al Consiglio di Stato.

Multato anche allo shipping
Poche ore dopo il verdetto del Tar del Lazio, l'Antitrust ha annunciato un'altra pesante sanzione per il mondo del trasporto. Questa volta riguarda alcuni operatori dello shipping, ossia compagnie ed agenti marittimi. L'accusa è simile alla precedente: costituzione di un cartello tariffario, scoperto grazie al “pentimento” di un protagonista. L'importo complessivo della multa è però nettamente inferiore: “solo” quattro milioni di euro, distribuiti fra 15 società e due associazioni di categoria. Secondo la sentenza dell'Antitrust, l'intesa tariffaria sarebbe durata da febbraio 2004 a dicembre 2009, fissando tariffe per servizi di agenzia - come per esempio la predisposizione e l'emissione di polizze di carico per le merci in esportazione o i buoni di consegna per le merci in importazione - e per i diritti fissi e violando così l'articolo 101 del Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea.
In concreto, l'Autorità sostiene che le società condannate abbiano tenuto alcune riunioni nell'ambito della Commissione Portuale di Genova per fissare i corrispettivi per i diritti fissi e, dal 2008 anche lo sconto di fidelizzazione da applicare agli spedizionieri. Le due associazioni di categoria, Assagenti e Spediporto, avrebbero "trasfuso negli accordi del 2004 e del 2007 l'intesa di stabilità tra le società, raccomandando con una serie di circolari il rispetto degli accordi stessi". Secondo l'Antitrust, il cartello ha avuto un impatto di rilievo sul mercato nazionale del trasporto marittimo: "Nonostante alle riunioni abbiano partecipato operatori attivi per lo più nel porto di Genova, numerosi documenti acquisiti nel corso dell’istruttoria dimostrano la valenza di valore ‘di riferimento’ dei prezzi concordati nelle transazioni in altri porti del Mediterraneo, quali Gioia Tauro e La Spezia e in genere nel sistema portuale italiano", spiega l'Autorità. Il cartello avrebbe inoltre consentito "La definizione di prezzi dei diritti fissi più elevati di quelli che avrebbero potuto scaturire da un contesto realmente competitivo, procurando evidenti vantaggi sia alla categoria degli agenti che a quella degli spedizionieri, che hanno ‘incamerato’ lo sconto di fidelizzazione senza riversarlo ai clienti finali, ai quali hanno anche ‘girato’ gli incrementi delle tariffe".
In tutti i casi, le singole sanzioni sono rimaste – anche se di poco – sotto il milione di euro. Quelle più salate sono state comminate alle compagnie marittime CMA CGM (895.789 euro) e Coscon (731.478 euro). Seguono Yang Ming (477.188 euro), K-Line (435.247 euro) e ZIM (287.516 euro), mentre Hapag Lloyd dovrà pagare 243.678 euro, nonostante il dimezzamento della sanzione. Le altre sanzioni sono state comminate ad Agenzia Marittima Le Navi (322.753 euro), China (152.888 euro), APL (115.146 euro), CSA (107.879 euro), Medmar (98.386 euro), Agenzia Marittima Prosper (43.397 euro). Cifre notevolmente più basse dovranno pagare Gastaldi (25.232 euro), Thoss Car (4089 euro) e Scerni (3456 euro). Le due associazioni di categoria hanno ricevuto una sanzione simile: 81.958 euro Assagenti e 81.657 euro Spediporto. Maersk Italia è stata esentata dal pagamento perché è stata la prima a fornire informazioni utili all'indagine, mentre Hapag Lloyd Italia ha beneficiato del dimezzamento della multa in virtù della sua collaborazione.