
16 Gennaio 2010
Il bando per la privatizzazione, di Tirrenia , pubblicato da Fintecna poco prima di Natale, inizia a mostrare qualche crepa. Il ministro Sacconi e quelli che contano “qualcosina” in Fintecna, hanno l’obbligo istituzionale di esser ottimisti e vanno ripetendo a gran voce a ogni piè sospinto - Tirrenia non sarà un'altra Alitalia - la privatizzazione andrà avanti “pulita e spedita”, senza cordate fantasma e senza colpi di scena. Sembra un racconto di Natale. Tante sono le volte che lo hanno ripetuto che quasi quasi ci credono veramente. Manca circa un mese alla presentazione delle manifestazioni d'interesse e l’unica cosa certa è che non c’è di sicuro “ressa di investitori” per l’acquisizione di Tirrenia. All'appuntamento del 19 febbraio sembrano interessati solo pochi armatori . Eppure, secondo Credit Suisse, che ha affiancato il ministero dell'Economia per verificare il gradimento di Tirrenia da parte del mercato , l'interesse doveva essere “alto”.Come mai così poco interesse ? La causa, secondo quanto scrive un noto quotidiano economico (MF) è da ricercare “nell'aggregazione con Siremar, che apre le porte della parte¬cipazione a soci scomodi, come la Regione Sicilia, che tra l'altro si è già candidata e avrebbe persino già predisposto una cordata con armatori locali. Rispetto alle consorelle Caremar, Toremar, Saremar, cedute gratuitamente,la controllata siciliana è rimasta al palo. Il governatore Lombardo, non ha gradito “l’omaggio” in quanto a fronte di un impegno dello Stato per 50 milioni di euro avrebbe dovuto sborsare (povera regione con tante spese che ha!!) altri 25 milioni di euro. Così, nell'invito a manifestare interesse all'acquisto delle 108.360 azioni Tirrenia, messo a punto dall'advisor UniCredit Bank, è finita anche la Siremar. L’unica nota positiva è costituita dal fatto che il gruppo potrà contare su altri otto anni garantiti di contributi pubblici (cappeddazzu paga per tutti).