venerdì 16 aprile 2010

Disegno di riforma dell'ordinamento dei porti italiani :"Un provvedimento inaccettabile, uno schiaffo pesante e inopportuno nei confronti dei comuni"



16 aprile 2010
Disegno di legge di riforma dell'ordinamento dei porti italiani : "Un provvedimento inaccettabile, uno schiaffo pesante e inopportuno nei confronti dei Comuni''
Mentre Gianfranco Fini tenta di dare dignità e indipendenza al suo gruppo , in un contesto che vede il pdl sempre più ostaggio della lega nord , un suo ministro (Matteoli), ha dovuto, con molta probabilità, fare i conti con le resistenze del Ministro dell’Economia per quel che concerne la concessione di un minimo di autonomia finanziaria ai nostri porti. ".«Una legge che non contiene l’autonomia finanziaria è destinata a far morire i porti italiani» ha dichiarato il presidente dell’Autorità portuale di Genova, Luigi Merlo.
«Si tratta di una riforma - ha detto Matteoli - a cui abbiamo lavorato con il supporto del Parlamento. Una riforma che punta a modernizzare l’attività, il ruolo e l’efficienza dei porti». E che si regge su cinque pilastri: «La ridefinizione del ruolo delle Autorità portuali - ha aggiunto il ministro - del processo della loro governance e la previsione di funzioni tipicamente manageriali dei loro presidenti. Grande attenzione viene riservata al rapporto tra porti e territorio, tra porti e reti di accesso e quindi alle problematiche legate all’ultimo miglio” (non trattasi di becchime per gli uccelli!!) .” Attenzione anche rispetto ai provvedimenti di semplificazione e razionalizzazione dei procedimenti di approvazione dei piani regolatori generali dei porti, per il rilascio delle concessioni ai privati e di sdemanializzazione e per facilitare il dragaggio dei fondali». Gli fa eco Marta Vincenti: "Un provvedimento inaccettabile, uno schiaffo pesante e inopportuno nei confronti dei Comuni''. Così il Sindaco di Genova e delegato alle Citta portuali dell'Anci, Marta Vincenzi, commenta l'approvazione del disegno di legge che riforma l'ordinamento dei porti italiani. "Chiederemo - continua - che la questione sia messa all'ordine del giorno del prossimo Consiglio Nazionale Anci e organizzeremo un incontro delle città portuali, dando mandato al presidente Chiamparino di portare il tema al confronto con il Governo". "Con la legge si delinea una sorta di commissariamento dei porti da parte del Governo - continua il sindaco Vincenzi - con i Comuni completamente esautorati da ogni decisione. La legge non raccoglie le esigenze più volte manifestate dalle città, sprecando quella che poteva essere una buona occasione per recuperare il ritardo storico del sistema portuale nazionale, mettendoci in competizione con gli altri Paesi del Mediterraneo per cogliere, al termine della crisi, l'opportunità di dare nuovo impulso all'economia. Di fronte all'esigenza di un sostanziale riordino delle autorità portuali, della politica dei porti e della logistica integrata, si preferisce privare i porti stessi di ogni autonomia finanziaria. E' una banalizzazione del problema, è il riaffermarsi di un centralismo burocratico che stride fortemente con i precetti del tanto decantato federalismo
«Mi auguro, sostiene Luigi Merlo, che prima in sede di conferenza Stato-Regioni e poi in Parlamento si possa correggere questo elemento. Il ministro Matteoli si è impegnato in questo senso ma ha trovato resistenze soprattutto da parte del ministero dell’Economia. Mi auguro che il Parlamento riesca ad aggirare questo ostacolo perché, altrimenti, per i porti italiani si avvia una stagione buia». «Noi produciamo 2 miliardi all’anno in gettiti fiscali e riteniamo che sia assolutamente giusto rivendicare una quota, seppur minima, di queste risorse da reinvestire per far crescere ulteriormente la nostra portualità» ha spiegato Merlo.