venerdì 4 maggio 2012

Presidenza Assoporti , "ogni nome è un’illazione”

Nel toto-nomine per la presidenza di Assoporti circola una novità, cioè il nome di Galliano Di Marco, 51enne abruzzese presidente dell’Autorità portuale di Ravenna, che sarebbe già sul tavolo dei tre saggi nominati dall’associazione per dirimere la delicata questione del dopo-Nerli. In particolare, l’ipotesi Di Marco sarebbe caldeggiata dal presidente di Savona Rino Canavese, che tuttavia, tiene a sottolineare che in questo momento "ogni nome è un’illazione. Di Marco ha lavorato a lungo in Autostrade a fianco di Vito Gamberale, per poi seguirlo in F2i, il fondo d’investimenti sulle infrastrutture. Ha collaborazioni in altri due grossi fondi come Orizzonti e Marguerite, con società come Astaldi è direttore del board di Sirti, società che impiega 4.000 persone nell’ingegneria e nell’impiantistica di rete. Una carriera lontano dai porti - come ha ammesso alla sua nomina alla guida di Ravenna, avvenuta all’inizio di quest’anno - ma esperto di infrastrutture e finanza, oltre che conoscitore dei salotti buoni del capitalismo italiano. In parlamento, i relatori della nomina di Di Marco sono stati Mario Tullo (Pd) ma soprattutto Giulio Camber, compagno di Marina Monassi - presidente dell’Autorità portuale di Trieste - e plenipotenziario del Pdl in Friuli Venezia Giulia. Il puzzle della presidenza Assoporti è molto difficile da comporre: la ricerca è incentrata su una figura di mediazione. Appare alquanto difficile trovare un candidato capace di mettere insieme gli interessi dei porti grandi e di quelli piccoli, di quelli di trasbordo e quelli di destinazione.Papabili appaiono Giuliano Gallanti (Livorno), Luigi Merlo (Genova) e Monti per i “dissidenti”.