mercoledì 9 maggio 2012

Compagnie générale du travail (Cgt) si oppone alla “concorrenza” che Corsica Ferries fa a Sncm e Cnm.

Non è certo una novità che la Compagnie générale du travail (Cgt), che è il maggior sindacato francese, si oppone alla “concorrenza” che Corsica Ferries fa alle due compagnie nazionali, Sncm e Compagnie Méridionale (Cnm).Il moyivo del contendere risiede nella presunta disparità di trattamento che vede protagonista la compagnia Corsica Ferries che, a detta dei sindacalisti della Cgt , «batte bandiera italiana e imbarca personale multietnico, applicando così normative sociali diverse da quelle delle società francesi». Secondo la Compagnie générale du travail (Cgt), Corsica Ferries dovrebbe iscrivere gli equipaggi al registro francese, ponendo fine a una «gravissima disparità di trattamento». Per la Corsica Ferries trattasi di « una protesta strumentale, su tutte le nostre navi è regolarmente applicata la legge francese. Da tredici anni tutte le nostre navi sono controllate dall’amministrazione francese». Secondo la compagnia di traghetti Sncm (Société nationale Corse Méditérranée) «Il sindacato sta seguendo una logica distruttiva . La posizione di intransigenza assunta da una minoranza di lavoratori, circa 150 su un totale di 1.700, è un autentico insulto agli altri dipendenti e un pugno nello stomaco ai nostri clienti isolani, soprattutto agli autotrasportatori. Solo nei primi sei giorni di sciopero abbiamo perso 17.000 passeggeri e più di 1.100 rimorchi: tradotto in quattrini, siamo stati costretti a rinunciare a 1 milione e 800.000 euro. In sostanza, la protesta della Cgt sta favorendo proprio Corsica Ferries, i cui traghetti lavorano regolarmente». In estrema sintesi l’accusa nei confronti di Corsica Ferries è quella di fare dumping imbarcando marittimi italiani , accusa che è stata respinta anche dall’Itf, l’International transport federation a cui aderiscono anche Cgil, Cisl e Uil. Nel 2000 Sncm controllava oltre l’80% del mercato fra la Corsica e il continente. In soli cinque anni la quota è scesa al 35%, e questo per via dell’arrivo dei traghetti “italiani” di Corsica Ferries. Sono in tanti a ritenere che la battaglia portata avanti dalla Cgt non ha alcun fondamento giuridico né sindacale. . Le associazioni degli agenti di viaggi denunciano le gravi perdite economiche che uno sciopero a oltranza potrebbe provocare sull’isola. Qualcuno lamenta l’insufficienza degli approvvigionamenti di beni di primo consumo, a partire dagli alimentari. «Siamo terrorizzati dall’idea di affrontare un’estate di scioperi», dice il portavoce degli albergatori. Per Jean Guy Talamoni, portavoce del gruppo Corsica Libera, lo sciopero della Cgt «è la dimostrazione di quello che denunciamo da sempre: finché l’isola dipenderà dalla lobby portuale marsigliese, i nostri interessi saranno sempre in secondo piano. Ancora una volta la Corsica è penalizzata da una battaglia che riguarda interessi altrui. Deve esserci una rottura. Una rottura totale». La verità è alquanto complessa e si tenta di mascherarla con dispute di facciata . Qualcuno , sostiene che Sncm e Méridionale rischiano di perdere i finanziamenti pubblici per il collegamento con la Corsica. Il tribunale amministrativo d’appello di Marsiglia ha annullato, a partire dal prossimo primo settembre, il contratto che garantiva la concessione del servizio marittimo di continuità territoriale fra Marsiglia e la Corsica all’alleanza fra le due compagnie francesi.