venerdì 22 gennaio 2010

Il ponte sullo Stretto perde una sponda (debole!)


22 gennaio 2010
Il ponte sullo Stretto perde una sponda. La Regione Calabria ha infatti deciso di uscire dalla Stretto di Messina Spa, societa’ concessionaria del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per la progettazione, realizzazione e gestione del ponte. La decisione, spiega un articolo di MF, e’ stata presa qualche settimana fa dalla giunta regionale che ha deciso di cedere la sua partecipazione del 2,56% e di non partecipare quindi ai futuri aumenti capitale previsti dal programma del governo per arrivare alla messa in esercizio dell’opera entro il 2017. Entro i prossimi anni, infatti, per reggere l’investimento previsto, superiore a 6 miliardi, i soci di Stretto di Messina dovranno sborsare fino a 900 milioni. Il disimpegno della Regione Calabria, che come la Sicilia ha in portafoglio non piu’ del 2,56% della societa’, non sara’ certo un problema per gli altri azionisti e anzi sembra che i rappresentanti dell’Isola abbiano non solo assicurato la propria partecipazione alla prevista ricapitalizzazione (pro-quota, circa 23 milioni), ma si siano detti disposti a sottoscrivere anche le quote inoptate fino a un importo massimo di 100 milioni. In¬somma se la Calabria si defila la Sicilia si “ infila “ . Intanto apprendiamo che,a partire dal 1. febbraio, il contraente generale dell’opera avvierà la progettazione definitiva. A dare la “lieta” notizia è l’amministratore delegato della società Stretto di Messina, Pietro Ciucci, capo azienda anche dell’Anas, nel corso del vertice convocato dal ministro dei trasporti Altero Matteoli per esaminare gli aspetti territoriali ed ambientali connessi con la realizzazione del ponte sulla costa siciliana. Ciucci, secondo quanto si legge in una nota diramata alla fine dell’incontro dal ministero, ha confermato che le opere propedeutiche al ponte, già avviate sulla costa calabrese il 23 dicembre scorso, saranno iniziate sull’area messinese entro il 2010: da qui la tabella di marcia serrata che impone la necessità di condividere e pianificare con le istituzioni locali le diverse e non semplici problematiche infrastrutturali.

Come da copione il ministro Matteoli ha rilasciato la consueta dichiarazione entusiasmante alla stampa “Si è trattato – ha detto – di un incontro molto proficuo ed utile per dimostrare come anche una grande opera come il Ponte può essere realizzata condividendo con le istituzioni locali gli aspetti tecnici e non solo, evitando forzature che potrebbero determinare ripercussioni negative sul territorio”. Il Ponte – ha ricordato ancora il ministro – è, infatti, una infrastruttura di livello europeo che però deve rappresentare, in primo luogo per le città dello Stretto, Messina e Reggio, un’opportunità di crescita e sviluppo. Ringrazio quindi le istituzioni messinesi per la collaborazione”.

Egregio Ministro ,
appare appena il caso di ricordarle che sarebbe stato molto più utile completare i lavori dell'autostrada A3 i cui tempi si sono allungati a dismisura, penalizzando sia la Calabria sia la Sicilia, provvedere all'ammodernamento della strada statale 106 jonica, dare una rete ferroviaria e stradale degne di questo nome alla Sicilia . Il resto poteva certo aspettare .Non una chiusura pregiudiziale ma un problema di opportunità politica ed economica.