giovedì 6 gennaio 2011

Bono, a.d. di Fincantieri, rompe i rapporti con Confindustria a Genova e Gorizia.

Fincantieri rompe i rapporti con Confindustria a Genova e Gorizia. La decisione assunta dell'ad Giuseppe Bono porta i cantieri navali fuori dal sistema di rappresentanza nelle due province. Non vi c’è stata rottura dei rapporti a livello nazionale con viale dell'Astronomia, nè con le associazioni territoriali delle altre regioni dove sono presenti i cantieri.
La rottura di Bono sembra (!!??) non sia dovuta alla mancata assegnazione di incarichi all'interno dell'associazione ma. imputabile al mancato sostegno delle associazioni degli industriali di Genova e Gorizia all’impegno che Bono sostiene di portare avanti, in un contesto di crisi, sul fronte sindacale per aumentare produttività ed efficienza dei cantieri e per combattere l'assenteismo. Bono, lamenta di non aver avuto alcun appoggio in questo suo percorso e parla di «scarsa condivisione delle “nostre battaglie”.
Nella lettera inviata al presidente degli industriali di Genova Giovanni Calvini, Bono ha precisato che alla base della rottura non c'è la recente nomina di due vicepresidenti. Sono in molti a ritenere che, ad incrinare definitivamente i rapporti con il presidente Calvini, sarebbe stata proprio la mancata nomina di un vicepresidente espressione di Fincantieri dando più spazio ad altre realtà industriali. Calvini si è detto «profondamente amareggiato» per le dichiarazioni rilasciate oggi da Fincantieri.
La Fiom lascia trasparire una sorta di emulazione di Bono verso le posizioni assunte da Marchionne “spesso elogiate dall'amministratore delegato di Fincantieri” “Non vorremmo - commenta Alessandro Pagano, coordinatore nazionale per le costruzioni navali dei metalmeccanici Cgil - che fatti come questo, che solo qualche mese fa sarebbero stati impensabili, fossero determinati da una sorta di effetto emulazione, favorito dal clima attuale, rispetto alle scelte della Fiat”.
Da Gorizia commenta la decisione di Fincantieri il presidente degli industriali Gianfranco Di Bert: «Sono sorpreso», dice, perché nessun segnale che potesse far presagire una scelta di questo genere era emerso finora all'interno del direttivo tra Fincantieri e Confindustria. La decisione rientra probabilmente in una strategia globale di Fincantieri, che non tocca uno specifico comportamento dei rappresentanti del sodalizio goriziano«.
“E’ evidente – sostengono i rappresentanti della Fiom Cgil - che questo accade mentre Fiat esce dal contratto nazionale e abbandona Confindustria; il clima che si è creato spinge ogni azienda per ragioni nazionali e/o locali a fare scelte che possono condurre verso atteggiamenti nelle relazioni sindacali disomogenei e conflittuali, mentre l’Associazione Industriali vede ridimensionato il suo ruolo e la sua rappresentatività”.
Personalmente ritengo che altri a.d. seguiranno le orme del “grande Sergio” (ammesso che Bono le abbia seguite!!) , per i lavoratori, strozzati dalla crisi, una ragione in più per lottare contro gli accordi di Pomigliano e Mirafiori aderendo compatti allo sciopero generale del 28 gennaio.