lunedì 4 giugno 2012

"No Grandi Navi" contesta da mesi l’arrivo dei giganti dei mari in laguna

Il decreto anti-inchini non sarà pienamente in vigore nella laguna di Venezia finché le autorità marittime del porto non avranno trovato un canale di accesso alternativo. Nella peggiore delle ipotesi le navi superiori alle 40mila tonnellate potranno continuare a transitare come di consueto fino al 2014, quando sarà pronto il porto offshore alla bocca di Malamocco . Per ora l’unico limite è stato fissato sulle distanze tra una nave e l’altra ma intanto le unità da crociera transitano praticamente indisturbate. Il comitato "No Grandi Navi" contesta da mesi l’arrivo di questi giganti dei mari nella laguna. E' ormai guerra a Venezia. Le proteste sono riesplose oggi con l'arrivo della più grande nave mai transitata in bacino San Marco, la MSC 'Divina': un colosso di 333 metri di lunghezza, 60 d'altezza, una stazza di 140mila tonnellate. Grida e slogan di contestazione, striscioni contro i colossi del mare, distesi fino alla Marittima, hanno accolto il passaggio del 'gigante'. Per capire l'effetto, basta pensare che chi si fosse trovato dall'altra parte del bacino, sull'Isola di San Giorgio, mentre sfilava la 'Divina' avrebbe avuto San Marco del tutto oscurata dal transatlantico. La Msc Divina è la più grande nave mai transitata in queste acque. La protesta principale parte dal bacino di San Marco. E’ qui che il comitato"No Grandi Navi" non vuole veder più transitare navi di queste dimensioni. Troppi fumi, troppo inquinamento. “Il comitato non è contro il crocerismo, ma contro questo crocerismo indifferente alla città e connotato da un gigantismo crescente e insostenibile”. Per il comitato devono entrare in laguna solo navi compatibili, che usino carburanti puliti “come già avviene nel Mar Baltico o nelle acque statunitensi”. Alla contestazione si è aggiunto il Fai, il Fondo Ambiente Italiano che, come il comitato, contesta soltanto l’ingresso di navi inquinanti incompatibili “con la delicatezza dell'ambiente lagunare". Ma non tutti sono d’accordo. La Venezia Terminal Passeggeri, attraverso l’ad Roberto Perocchio, afferma: «Non possiamo più accettare critiche fatte da non esperti, affermazioni prive di fondamento tecnico e scientifico. Le navi da crociera sono un vantaggio enorme per Venezia, non un danno. Specie in un momento in cui il porto sta subendo il declino del traffico mercantile». Più conciliante il comandante di Msc Divina Giuliano Bossi: «Sono convinto che con la dovuta attenzione ed il rispetto che meritano, Venezia e la laguna possano ospitare le navi da crociera con un impatto minimo». Certo è che la mancata applicazione del decreto anti-inchini suona quasi come una beffa dopo che è stato preparato e applicato in maniera fulminea in poche settimane all’indomani della tragedia del Costa Concordia. Nel caso di Venezia il motivo è duplice. Da un lato prettamente logistico: non ci sono approdi alternativi da qui ai prossimi mesi, forse anni. Dall’altro prettamente legato al business con le navi che in qualche modo devono approdare sulla base dei vincoli contrattuali stabiliti tra l'Autorità portuale veneta e le compagnie crocieristiche.