sabato 12 maggio 2012

Mostruosa macchia solare potrebbe causare anomalie nelle comunicazioni e nella rete GPS

Il gigantesco complesso di macchie solari, nota come regione attiva 1476, è ruotata in direzione della Terra durante il fine settimana. Misura oltre 100.000 chilometri, tanto che gli scienziati della NASA con la missione Solar Dynamics Observatory, un telescopio spaziale progettato per guardare il Sole, hanno soprannominato la struttura in un annuncio su Twitter, un “mostro di macchie solari“.Un astronomo del Rutherford Appleton Laboratory di Oxford, in Gran Bretagna, Mike Hapgood, attraverso un commento pubblicato sull’autorevole rivista Nature avverte su probabili scenari da brivido. Secondo lo scienziato, se una tempesta solare di grandi proporzioni colpisse il pianeta, getterebbe le città nell’oscurità e causerebbe il caos nell’economia globale. Sempre secondo l’astronomo, la terra non è preparata ad un’eventuale tempesta di questo genere, nonostante la storia ci dica che questi eventi siano più che probabili. “Tempeste di grandi proporzioni sono accadute in passato, ma la nostra attuale tecnologia non è sufficientemente schermata da queste particelle e non esistono piani di riserva nel caso qualcosa vada storto“, ha detto Hapgood. Tra gli effetti disastrosi di una tempesta solare citati dall’astronomo, c’e’ il sovraccarico delle reti elettriche, già accaduto in Canada nel 1989, che potrebbe portare al danneggiamento dei trasformatori. In particolare , visto che noi ci occupiamo prevalente di problematiche connesse con la navigazione marittima, gli effetti di una tempesta solare potrebbero investire la ionosfera provocando marcate anomalie nella rete NAVSTAR-GPS. Potrebbero aversi, anche in caso di tempesta solare anomalie nelle telecomunicazioni Le macchie solari, come i nostri lettori sanno, sono aree della superficie del Sole più scure in quanto meno calde delle aree circostanti, generate da una intensa attività magnetica. Queste strutture a volte sfociano in brillamenti solari, che inviano alte emissioni di energia sottoforma di radiazioni nello spazio. I fisici solari classificano i flare in tre categorie principali: C, M e X, dove C rappresentano i meno potenti e X i più forti. I brillamenti di classe X possono provocare tempeste di radiazioni di lunga durata, e scatenare tempeste geomagnetiche sul nostro pianeta generando black-out elettrici e radiofonici, mettere KO i satelliti in orbita, danneggiare e interferire con i segnali GPS, mettere in serio pericolo la vita degli astronauti nello spazio. Quelli di classe M sono invece leggermente meno intensi, e possono influire prevalentemente nelle regioni polari e causare occasionalmente tempeste minori. L'Agenzia americana per gli oceani e l'atmosfera (Noaa) segnala gia' i primi occasionali blackout nelle comunicazioni radio, e prevede che nelle prossime 24 ore ci sara' una probabilita' pari al 75% di avere altre eruzioni di media entita', e una probabilita' del 20% di avere eruzioni di classe X, le piu' intense, in grado di scatenare tempeste magnetiche capaci di provocare il blackout nelle comunicazioni radio in tutto il pianeta. Dopo il periodo di relativa tranquillità intercorso tra il 2005 e il 2010 , il sole sembra essersi risvegliato generando numerosi flare ed espulsioni di massa coronale. La maggior parte degli esperti prevede che tali esplosioni possano continuare sino alla primavera 2013 dopodichè inizierà il normale ciclo undecennale del Sole.