martedì 22 marzo 2011

Fischiato nelle piazze, applaudito in tribunale. Bene Silvio

Riporto integralmente quuanto ho letto.
Berlusconi fischiato nelle piazze, applaudito in tribunale…
Succede di tutto in questo Paese bizzarro. Il premier viene contestato ormai in tutte le piazze in cui si presenta, ma nell’aula di tribunale dove si celebra il processo Mills, nel quale il capo del governo è accusato di corruzione, compare la claque dei sostenitori. ‘Silvio Silvio Silvio’. E’ successo ieri nel palazzo di giustizia di Milano. Cori da stadio per il presidente. D’altronde è anche il padrone del Milan, nonché la persona che annunciò la sua partecipazione alla vita pubblica del Paese con l’ormai famoso ‘scendo in campo’…Come un attaccante lanciato in contropiede, Berlusconi da anni cerca di sfuggire alla giustizia italiana e questo è il suo ultimo coupe de theatre. Uno dei tifosi, ingenuamente, ha raccontato ad un giornalista che sono andati a manifestare in tribunale per ‘20 euro ed un panino’. E c’è chi giura di aver riconosciuto tra i manifestanti alcuni figuranti Mediaset. Una storia tutta italiana, che di certo non ci fa fare bella figura all’estero. Pagati o non pagati, figuranti o non figuranti, quelle persone sono l’espressione della strategia di Berlusconi, che tenta di mistificare tutto, anche i processi per corruzione. Come fanno i populisti, cerca nel consenso popolare, anche falso perché pagato e foraggiato, la sua legittimità e la sua immunità. Cerca di trasformare il processo nel set di una fiction nella quale lui recita la parte dell’uomo buono e perseguitato dai giudici cattivi. E comunisti, anche se ormai i partiti comunisti in Italia hanno percentuali prossime allo zero. Ma non conta la razionalità, conta la cortina fumogena che il premier spande attorno a sé. Berlusconi non vuole farsi giudicare ed i suoi avvocati difensori hanno chiesto la convocazione in tribunale di 10 testimoni che non furono ascoltati nel precedente processo Mills. Un espediente per allungare i tempi, in modo che si arrivi alla prescrizione (febbraio 2012), senza neanche bisogno della legge (ad personam) sulla prescrizione breve. Siccome questi testimoni dovrebbero arrivare dalle più disparate zone del mondo, i tempi si allungherebbero e non sarebbe possibile arrivare a sentenza. Bell’esempio. In Italia la giustizia sta diventando un affare privato del premier, i cui interessi sono opposti a quelli dei cittadini. Se per lui allungare i tempi dei processi per farli finire nel nulla è un vantaggio, per i cittadini italiani che attendono giustizia è una iattura. Una riforma della giustizia nel nostro paese è indispensabile, ma non è certo quella di Berlusconi. Noi vogliamo processi più veloci, giustizia certa, più uomini e mezzi per la magistratura e per il ministero della giustizia. Lui vuole il contrario. Ma ormai Berlusconi ha fatto il suo tempo, la nostra opposizione gli impedirà di sfasciare il diritto italiano.

Fonte:

http://www.massimodonadi.it/