La petroliera italiana Savina Cavlyn , di proprietà dell'armatore Fratelli D'Amato di Napoli, è stata attaccata alle ore 5.30 da pirati mentre era in navigazione nell' Oceano Indiano. Durante l'attacco sembra siano stati esplosi numerosi colpi di mitra e razzi: A bordo non ci sarebbero feriti. Il mercantile è attualmente in mano ai pirati. A bordo della nave si trova un equipaggio composto da 5 italiani e 17 indiani.
La fregata della Marina militare Zeffiro, che si trova in Oceano Indiano a circa 500 miglia dalla zona teatro dell’attacco sta dirigendo sull'area che raggiungerà tra un paio di giorni . Resta alto l'allarme pirati in tutta l’area. . Ieri sono arrivati a Mumbai i 28 pirati somali catturati domenica 6 febbraio dalla Marina indiana dopo uno scontro a fuoco al largo dell'arcipelago delle Laccadive. Gli uomini erano a bordo di un peschereccio thailandese che era stato sequestrato circa sei mesi fa insieme a 24 pescatori tenuti in ostaggio. Lo scorso 28 gennaio, nello stesso tratto di mare, erano stati arrestati dagli indiani altri 15 pirati, tra cui 12 di cittadinanza somala, che saranno processati in India.
"Seguiamo l'evolvere della situazione,ha dichiarato Frattini- la nave attualmente è in alto mare e l'operazione non è ancora conclusa"
L'attacco alla petroliera italiana ( 105 mila tonnellate) è avvenuto in pieno Oceano Indiano, a 880 miglia dalla Somalia e a 500 dall'India, e questo significa - viene sottolineato da fonti della marina militare - che il barchino di pirati è stato presumibilmente messo in acqua da una cosiddetta "nave madre" che incrocia in quella zona. Il comandante della petroliera ha tentato di sottrarsi ai pirati compiendo le manovre "evasive" previste in questi casi - accelerazione della velocità, repentini cambi di rotta - e usando potenti getti d'acqua contro il barchino, ma i malviventi non hanno esitato a usare mitra e lanciarazzi RPG, riuscendo così a salire a bordo e ad impossessarsi della motonave.