
12 gennaio 2010
La Cgil aveva proclamato per venerdì 15 gennaio uno sciopero di 24 ore nel porto di Livorno, con il blocco delle operazioni per tutta la giornata per chiedere alle istituzioni un “protocollo di salvaguardia con impegni precisi» su sicurezza del lavoro, tutela dell'occupazione e rispetto delle relazioni sindacali” La decisione di CGIL aveva dato la stura alle ormai consuete divisioni tra sindacati con il rischio di una rottura lacerante del fronte sindacale. Critici, sulla scelta di CGIL, Confindustria e Spedimar .
«E’ indubbio che la situazione di crisi - dice il presidente di Confindustria, Andrea Gemignani - che nel 2009 ha colpito profondamente il nostro scalo, sia grave. Tutte le tipologie di traffico registrano un calo percentuale a due cifre, e l’occupazione in porto è calata e continui a calare. Per arginare questa crisi galoppante però - aggiunge Gemignani - non credo che bloccare un’intera giornata le nostre banchine possa portare benefici o sbloccare una situazione che sempre più sta diventando emergenza. Proprio per queste ragioni mesi orsono abbiamo scritto al presidente dell’Autorità Portuale chiedendo con urgenza un coordinamento per analizzare la situazione dell’organizzazione del lavoro in porto, unitamente agli aspetti connessi alla verifica dei piani di impresa delle concessioni». «La flessibilità e l’adeguamento dei modelli organizzativi sono indispensabili - sottolinea il presidente - per riposizionare la competitività del nostro scalo. Un sintomo inequivocabile che conferma la necessità di aprire un confronto a tutto campo tra imprenditori e Autorità Portuale, è rappresentato dal tasso di conflittualità che negli ultimi tempi è cresciuto in maniera preoccupante. Ci auguriamo quindi che l’Authority promuova con sollecitudine il coordinamento che avevamo chiesto evitando così uno sciopero certamente dannoso che finirebbe con l’accrescere i motivi di contrasto».Negativa anche la Spedimar. «Abbiamo appreso - dice il presidente degli spedizionieri Roberto Alberti - che almeno una parte del sindacato avrebbe indetto uno sciopero generale dei lavoratori del porto per 24 ore del 15 gennaio. Al di là delle motivazioni, e che al momento facciamo fatica a comprendere, interveniamo solo per fare appello alla responsabilità del sindacato, perché ripensi a questa decisione tanto grave quanto dannosa per il nostro scalo. Un porto è una realtà industriale del tutto particolare e anche nella logica della contrapposizione sindacale i danni derivanti da uno sciopero non ricadono sulle aziende con le quali ci si confronta: ricadono su tutte le aziende e su tutti i lavoratori del porto. E’ un danno che va ben oltre i suoi effetti concreti; è un danno di immagine che gli armatori e gli altri nostri interlocutori ricordano poi per anni, come prova della nostra inefficienza». «Senza mettere in discussione - continua Alberti - il diritto alla rivendicazione sindacale, ci chiediamo se questa forma di protesta non possa essere sostituita da altre azioni, altrettanto incisive sul piano locale, ma senza creare un blocco delle attività del porto con inutile e dannosa rilevanza esterna.» Lo sciopero rimane in calendario per venerdi 15 , come annunciato da Filt-Cgil, ma solo per la durata di un’assemblea straordinaria che si terrà in mattinata e alla quale parteciperanno anche le istituzioni portuali. Il rischio di un blocco di 24 ore dello scalo è stato scongiurato grazie all’azione di smussatura e ricucitura portata avanti dal segretario provinciale della Filt-Cgil Maurizio Colombai; la quasi conclusione positiva di una trattativa per il rinnovo dell’integrativo aziendale nel gruppo terminalista Neri Spa (con incontri programmati anche per oggi e a fine settimana); e infine l’impegno della Port Authority per la costituzione di un Osservatorio permanente sui fattori di crisi del porto, allargato al comitato portuale, alle imprese, alle istituzioni ed ovviamente alle componenti sindacali. Su quest'ultimo tema, la immediata attivazione dell’Osservatorio, ci sarà stamani un incontro a palazzo Rosciano tra il presidente Piccini e il sindacato. Con questa scelta la Filt-Cgil ha evitato di prestare il fianco alle critiche del comparto imprenditoriale che l'accusava di voler «sfasciare» il porto nel bel mezzo della crisi più pesante degli ultimi anni.